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Che cos’è il Kelly Criterion

Il Kelly Criterion è una formula matematica sviluppata nel 1956 da John L. Kelly Jr., ricercatore dei Bell Labs, inizialmente utilizzata per ottimizzare le trasmissioni nei sistemi di telecomunicazione. Nel tempo, il Kelly è stato applicato anche al mondo del betting sportivo, del poker e dei mercati finanziari per determinare la puntata ottimale in funzione del valore atteso di una scommessa.
L’idea di base è massimizzare il tasso di crescita del capitale nel lungo periodo, evitando puntate troppo rischiose o eccessivamente conservative. In pratica, il Kelly Criterion scommesse consente di stabilire quanto del proprio bankroll investire su una singola giocata per ottenere il massimo profitto nel tempo.

Come funziona il Kelly Criterion nelle scommesse

Nel contesto delle scommesse sportive, il Kelly prende in considerazione due variabili fondamentali: la quota offerta dal bookmaker e la probabilità reale che l’evento si verifichi.
La formula standard è:
Stake % = (B × P – Q) / B
Dove:

  • B = quota decimale meno 1 (ad esempio, quota 2.50 → B = 1.50)

  • P = probabilità stimata di vincita (in decimale, 60% = 0.60)

  • Q = 1 – P (probabilità di perdere)
    Il risultato indica la percentuale del bankroll da puntare. Se il valore è negativo, significa che la scommessa non è conveniente e dovrebbe essere evitata.

Vantaggi e svantaggi del Kelly Criterion

I principali vantaggi del Kelly includono:

  • Massimizzazione del rendimento a lungo termine

  • Protezione del bankroll dal rischio di bancarotta

  • Puntate proporzionali alla convenienza della giocata
    Gli svantaggi del Kelly  riguardano soprattutto la sua sensibilità alla stima della probabilità: se la valutazione è errata, il metodo può portare a perdite significative. Inoltre, molti scommettitori preferiscono utilizzare una versione “frazionata” del Kelly per ridurre la volatilità.

Come calcolare la puntata ottimale con il Kelly Criterion

Per applicare il Kelly Criterion calcolo in modo corretto, bisogna:

  1. Stimare la probabilità reale dell’evento (basandosi su statistiche, analisi e value bet).

  2. Confrontare questa probabilità con la quota proposta dal bookmaker.

  3. Inserire i valori nella formula del Kelly.

  4. Puntare la percentuale del bankroll risultante dal calcolo.

Esempio pratico di applicazione del Kelly

Supponiamo di voler scommettere su una partita di calcio con quota 2.20 (B = 1.20) e una probabilità reale stimata del 55% (P = 0.55).
Formula:
Stake % = (1.20 × 0.55 – 0.45) / 1.20
Stake % = (0.66 – 0.45) / 1.20 = 0.21 / 1.20 = 0.175 → 17,5% del bankroll
Se il bankroll è di 1.000€, la puntata ottimale sarà di 175€.

Consigli per usare il Kelly in modo efficace

  • Utilizzare sempre stime realistiche e basate su dati.

  • Applicare il Kelly frazionato (ad esempio, metà Kelly) per ridurre la varianza.

  • Evitare scommesse multiple quando si utilizza questo sistema.

  • Combinare il metodo con la ricerca di value bet per aumentarne l’efficacia.

Errori comuni da evitare con il Kelly Criterion

  • Sopravvalutare le probabilità di vincita.

  • Applicare il Kelly su mercati con alta commissione o margine del bookmaker.

  • Usarlo senza una strategia di gestione bankroll coerente.

  • Basarsi solo su intuizione e non su dati concreti.

Alternative al Kelly

Tra le alternative più comuni al Kelly troviamo:

  • Flat Betting: puntata fissa su ogni giocata.

  • Metodo Fibonacci: progressione matematica più prudente.

  • Martingala: raddoppio in caso di perdita (più rischioso).
    Molti scommettitori preferiscono combinare più sistemi per adattarsi a diversi scenari di betting.

Conclusioni sul Kelly Criterion

Il Kelly Criterion è uno degli strumenti più efficaci per ottimizzare le puntate nelle scommesse sportive, ma richiede disciplina, dati affidabili e una buona conoscenza delle probabilità. Usato correttamente, può massimizzare i profitti e proteggere il bankroll, ma non è esente da rischi, soprattutto in caso di stime errate.